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I sarcofagi (Etruschi 3/3)

Gli studiosi ipotizzano che le prime produzioni etrusche dei sarcofagi, sia in pietra sia in terracotta, abbiano riprodotto modelli greci e fenicio-orientali.

Sarcofago degli sposi. Cerveteri, 520 a.C. circa, terracotta. Roma, Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia.

I sarcofagi, quasi sempre in terracotta, sono la creazione più originale dell’arte etrusca. La cassa è decorata con scene di combattimento o episodi mitologici di derivazione greca. Il coperchio ha la forma di un letto e su di esso è adagiato il defunto, spesso accompagnato dalla moglie. Le persone vengono rappresentate nel momento del banchetto.

Coperchio di sarcofago con coppia di sposi.

Da Vulci (tomba dei Tetnies)

Fine del IV secolo a.C. Travertino – Boston.

I volti sono estremamente caratterizzati, vengono evidenziati senza pietà le deformità del corpo o della vecchiaia. L’uomo etrusco, smarrito davanti al vuoto della morte, tenta di colmarlo con le immagini reali del mondo. Ogni cosa si riempie di significato e anche le imperfezioni o le deformità diventano rivelazioni di vita, tracce concrete dell’esistere.

 

I riti funebri

Il giorno della sepoltura un lungo corteo si snodava dall’abitazione del defunto alla tomba della famiglia. Sacerdoti con i simboli del loro ufficio religioso, suonatori di flauto, parenti e conoscenti con offerte votive, accompagnavano il corpo trasportato su di un carro a quattro ruote.

Purtroppo, l’incompleta conoscenza della lingua etrusca non ci consente di comprendere chiaramente il linguaggio specializzato dei testi utilizzati, e quindi non siamo in grado di ricostruire con precisione le cerimonie.

Ciò che possiamo dire con certezza è che la preghiera, la musica e la danza vi avevano grande importanza; e che, al momento più intensamente religioso, si affiancavano giochi di destrezza, gare atletiche e combattimenti cruenti all’ultimo sangue.