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“Insegna agli angeli”

“Forse gli angeli hanno altro a cui pensare”

Abbiamo letto un pò di tempo fa un’interessante articolo su LaStampa, che metteva in luce un nuovo fenomeno in voga sui social network, purtoppo molto spesso scambiati per necrologi pubblici e relegati a una funzione non proprio loro: quella del commianto.

Perchè è sbagliato? Facebook prima di tutti non serve a questo e veicolando migliaia di informazioni, quelle del commianto non assolvono affatto allo scopo che chi scrive, si prefigge di avere. Anzi vanno perse, sfuggendo dalle mani e dai cuori dei cari al defunto.

Facebook è prima di tutto uno strumento di lavoro e di svago.

SendGoodbye è uno strumento che invece rispetta la privacy, e risponde alle domande cui facebook non sa rispondere in questo caso.

Da questo all’ora la ricerca sulla frase più in voga e sbagliata: “Insegna agli angeli…!“, la nuova formula dell’ elaborazione collettiva del lutto di un personaggio celebre via Facebook. Sembra essere una sorta di moda da necrologio disimpegnato, non utile, non efficace.

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Capsula Mundi

“Non più grigie lapidi di pietra ma alberi vivi a formare un bosco”: è così che gli ideatori di Capsula Mundi si immaginano i cimiteri del futuro.

Approccio che non si limita alla filosofia, ma si propone di dare una soluzione ecologia e a ridotto impatto ambientale.

Presentato per la prima volta nel 2003 al Salone del Mobile di Milano: contenitori, o capsule, biodegradabili, a forma di uovo, dentro i quali viene adagiato il corpo del defunto o le sue ceneri. Al di sopra viene poi piantato un albero, che verrà curato da parenti e familiari.

l progetto ha iniziato ad assumere concretezza nel 2016,sebbene la capsula sia ancora in fase di sperimentazione e produzione, le urne biodegradabili dentro le quali inserire le ceneri del defunto sono già disponibili al commercio.

“Per produrre una bara oggi si abbatte un albero ad alto fusto, spesso di essenza pregiata. È l’oggetto con il più breve ciclo di vita e quindi con il più alto impatto ambientale: la crescita di un albero richiede dai 10 ai 40 anni, a fronte di tre giorni di fruibilità del prodotto. Noi vogliamo piantare un albero, invece di abbatterlo!” Riporta il sito di Capsula Mundi.

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Le alternative oltreoceano alla tradizionale sepoltura (per il futuro)

Il futuro rivoluzionerà ogni aspetto della nostra vita. Probabilmente anche della nostra elaborazione e interpretazione del lutto:il funerale tradizionale non è infatti l’unica soluzione possibile.

Ci permettiamo di presentarvi quello che spiega in modo approfondito il Victor Tangermann: ecco quindi quali sono le 7 alternative più probabili alla sepoltura nel futuro.

Disperdere le ceneri nello Spazio. Chi ha pensato questa alternativa si è sicuramente immaginato un futuro in cui l’eternità vuol dire eterno, infinito , dico, universo. Ad occuparsi della logistica potrebbe essere Mesoloft, azienda americana che grazie a speciali palloni porterà le ceneri a 24.000 metri di quota per disperderle, al costo di 5.000 euro optional esclusi, come video commemorativo, servizio fotografico del lancio, o blog ricordo.

Riposo buddista. Ideale per le persone più riflessive, la tumulazione in un tempio buddista garantisce tranquillità eterna, (Tokyo). Il Koukokuji Buddhist Temple offre la possibilità di conservare le ceneri dei defunti all’interno di urne di vetro a forma di Buddha, illuminata da luci a led.

Farsi diamante. “Un diamante è per sempre”. LifeGem ha fatto suo lo slogan mettendo a punto una tecnologia che permette di trasformare in diamanti sintetici le ceneri dei propri cari. I tecnici estraggono il carbonio dalle ceneri del defunto, lo purificano e con l’ausilio di una pressa industriale da molte decine di tonnellate lo trasformano in diamante. Il processo è piuttosto lungo, richiede 24 settimane.

Coralli in eterno. Rendersi utili alla causa ambientale, ormai è legge, ma può essere un’opzione interessante anche dopo il trapasso: significa cioè poter trasformarsi in corallo. Eternal Reef si occuperà di mescolare le ceneri con una speciale miscela di cemento e creare con esse una sfera che verrà poi fatta affondare nei pressi della vostra barriera corallina preferita, dove sarà colonizzata da microrganismi e creature varie.

Ecosostenibilità. Tra le alternative più ecosostenbili alla sepoltura c’è quella proposta da Jae Rhim Lee, artista e fondatore di Ceoio, che realizza una speciale veste funebre che ospita – nel tessuto – le spore di diverse specie di funghi.

Vita (digitale) eterna. Chi proprio non volesse saperne di accettare l’inevitabile (inevitabile: si dice delle tasse e della morte) può ricorrere alla tecnologia per lasciare qui sulla Terra una copia digitale del proprio sé. Fenix Begravning, agenzia svedese di servizi funebri, ha messo a punto un sofisticato sistema di intelligenza artificiale in grado di ricreare un’identità digitale e interattiva dei trapassati. Per ora il software si esprime solo in forma scritta, ma gli esperti dell’azienda contano di dargli una voce e di migliorarne le capacità grazie ai progressi della tecnologia.

L’eterno mare. Progettato per risolvere il problema della sovrappopolazione di Hong Kong, Floating Eternity è un cimitero galleggiante: una struttura artificiale progettata dagli architetti del Bread Studio (Londra), ancorata vicino alla costa e in grado di ospitare 370.000 urne cinerarie.

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Funerali 4.0: la rivoluzione digitale nelle camere ardenti.

Le cerimonie funebri sono riti che difficilmente presentano qualcosa di innovativo ma , a Reggio Emilia, le Onoranze Funebri Croce Verde introdurranno a breve un nuovo prodotto che promette addirittura di dare una sorta di eternità a tutti noi: il filmato (postumo) della nostra vita.

“ememories” la Società produttrice sta per “electronic memories”, memorie elettroniche: una serie di video prodotti da registi in cui verranno montati momenti della vita del caro estinto grazie a semplici foto fornite dalla famiglia o da amici.

L’idea di fondo è di dare veramente a tutti la possibilità di lasciare un ricordo eterno di noi”. I filmati infatti rimarranno in un archivio digitale che ambisce a diventare, nel tempo, un immenso cimitero virtuale dove al posto di lapidi e statiche foto ci saranno immagini animate e vive a testimoniare il nostro passaggio sulla terra.

Perchè parlarne? Perche siamo parte di questa Rivoluzione.

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“Vaccino anche per gli operatori delle onoranze funebri”

L’appello del dirigente della Casa Funeraria di Gorgo al Monticano e componente del direttivo nazionale di “Eccellenza Funeraria Italiana”.

L’obiettivo è che i vaccini possano essere disponibili non solo per il personale sanitario e per le forze dell’ordine: anche per la loro categoria.

«Chi esercita questo mestiere senz’ombra di dubbio è sotto pressione per colpa del coronavirus. Pertanto dobbiamo agire in modo particolare nelle vestizioni, con tutte le precauzioni del caso. «La nostra associazione è consapevole che medici e infermieri debbano avere la proprietà nell’accesso ai vaccini. Ma subito dopo ci siamo noi. Numerosi sono stati gli addetti ai servizi funebri che purtroppo sono deceduti nella prima ondata tra le province di Brescia e Bergamo. A loro va il nostro pensiero».

L’Associazione Case Funerarie – Funeral Home “Eccellenza Funeraria Italiana” è stata costituita a Bologna, il 22 febbraio 2012, con l’obiettivo di riunire e di valorizzare le imprese funebri cui fanno riferimento le Case Funerarie che rispondono a standard qualitativi eccellenti in termini di servizi erogati e di prodotti utilizzati.

Innovazione, modernizzazione, qualità e riforme sono le fondamenta sulle quali si basa l’attività dell’Associazione che intende perseguire, nell’immediato, la moralizzazione del settore, il rigore etico, la trasparenza, la correttezza nell’acquisizione dei servizi, un equo rapporto qualità/prezzo, la lotta al lavoro nero e alla fatturazione sommersa.

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Alcuni consigli per scegliere i fiori adatti?

Ecco qui un piccolo elenco di consigli su come scegliere i fiori per il funerale di un amico, basta tenere a mente alcune importanti questioni.

Chi era? Cosa gli piaceva? Quali colori e fiori amava di più?

Ogni fiore ha un significato ben preciso: per questo si parla di linguaggio dei fiori. La scelta deve essere guidata da valori di eleganza e rispetto: bandite forme strane o particolari. Un amico è una persona che conosciamo bene, quindi si può fare un omaggio più personale scegliendo anche un fiore come i girasoli, inusuali, ma se siete certi dei gusti e delle preferenze floreali e filosofiche del defunto potete assolutamente sceglierli! Altre specie di fiori per un funerale, sempre indicati per queste circostanze, sono le rose e le calle che esprimono affetto, il crisantemo bianco (che nella cultura cristiana- europea in particolare) esprime il dolore e il lutto e rinascita, i gladioli e i gigli bianchi per i defunti di giovane età.

Ai ragazzi molto giovani tradizionalmente si regalano composizioni floreali sui toni del bianco, simbolo di purezza e di giovinezza. A un uomo, fiori sui toni del giallo, ma anche del rosso e dell’arancio anche a discrezione della famiglia, il cui significato è sempre connesso ai toni gialli. Alle donne invece si offrono più comunemente composizioni a base di fiori sui toni del rosa e del lilla, ma anche dell’arancio e di tutti i toni più caldi.

Donare fiori è simbolo del nostro messaggio di connessione affetto e ringraziamento per la persona defunta, è meglio mantenere riserbo, decoro, semplicità.

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Comunicare il Lutto come fattore culturale di sviluppo.

Comunicazione, crescita e stereotipi.

Il covid-19 ha provocato più di un milione di morti, almeno quelli registrati, la maggior pare dei quali in paesi sviluppati. Un dato che va contro una tendenza a lungo consolidata. 

Paradossalmente in occidente la pandemia sta minacciando il settore tradizionale dei servizi funerari.

La pandemia sta inducendo le persone che vivono nei Paesi sviluppati ad adottare approcci aperti e pragmatici alla morte, una cosa meno insolita nei paesi in via di sviluppo dove, a causa di povertà, sanità scadente, strade pericolose e conflitti armati le persone sono più a stretto contatto con la morte.

Immagine che contiene interni

Descrizione generata automaticamente

D’altro canto in Occidente molte persone temono ospedali e case di riposo per paura di essere contagiate dal virus o di contribuire a mandare in sofferenza i servizi sanitari. A causa delle regole rigide sulle visite ai propri cari molti pazienti sono riluttanti a trascorrere gli ultimi giorni in istituti.

Culture differenti:

Gli acholi dell’Uganda settentrionale non si sforzano affatto di tenere il lutto fuori dalla vista: gli anziani del villaggio si incontrano per parlare del sostegno alle famiglie e le lapidi degli antenati sepolte nei terreni di famiglia sono importanti indicazioni di proprietà. In effetti, un motivo per cui è difficile contare i decessi provocati dal covid-19 nei paesi poveri è che molte vittime muoiono nelle loro case.

Con l’aumento dei redditi, in Uganda settentrionale le famiglie hanno iniziato a rivolgersi a servizi funebri professionali perché facessero tutto al posto loro, stampando in alcuni casi delle t-shirt con il volto del defunto.

Paradossalmente in alcune parti del mondo in via di sviluppo il covid-19 potrebbe portare a una svolta in senso secolare: in Medio Oriente i luoghi di culto sono stati evitati perché focolai di contagio. Il lutto è stato trasferito online, dove le autorità religiose arrivano con minore facilità. In Iran c’è talmente tanta rabbia contro i religiosi al potere per la gestione raffazzonata della pandemia che le persone in lutto adesso postano poesie invece che versetti sacri.

I risvolti economici oggi:

A peggiorare le cose per le imprese di pompe funebri c’è il divieto di assembramento. I familiari stanno posticipando le commemorazioni, e le agenzie, in alcuni Paesi più sviluppati, hanno iniziato a offrire delle opzioni in streaming, che però riducono le liste degli ospiti dal vivo.

Immagine che contiene candela

Descrizione generata automaticamente

Questa tendenza potrebbe proseguire anche quando il virus sarà passato: le persone a lutto che non sono particolarmente religiose di solito optano per cerimonie più semplici e la quantità di americani per i quali avere un funerale religioso è molto importante è scesa dal 50 per cento del 2012 al 35 per cento del 2019.

Se effettivamente il covid-19 stesse costringendo le persone del mondo ricco a iniziare a pensare e a parlare del Lutto in modi più aperti e pratici, sarebbe riuscito in un’impresa con cui medici, avvocati, impresari di pompe funebri e psicologi sono alle prese da decenni.

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Se n’è andato Gigi Proietti, quindi.

“ Son contento di morire ma mi dispiace

Mi dispiace di morire ma son contento ”

(Ho detto al sole, Ettore Petrolini)

Se n’è andato un attore popolare, e «popolare» non soltanto per «famoso», ma per quella speciale vocazione a parlare direttamente al proprio pubblico, con pochi filtri, se non quello del corpo elegante e della voce inconfondibile. A Piene forze in One man show di Rai1 e nella sua indimenticabile carrellata di sketch ispirati al cabaret, ma non solo. Un esempio su tutti: quello della telefonata in cui il protagonista cerca di proteggersi dal turbinio di parole che giunge dall’altra parte della cornetta, senza riuscire a portare a termine una sola frase. Un rovesciamento, quindi: l’attore coinvolge non per quello che dice al telefono, ma per quello che non dice e che riesce a malapena a farfugliare.

Pippo Baudo: “Un attore totale, patrimonio di tutti” – “E’ stato un grande artista, un grande amico, un grande maestro: è stato tutto, un attore totale, enorme, di una grandiosità pazzesca”. Nella commozione Pippo Baudo: “Raccoglieva tutto il massimo che un artista può avere: cantava, ballava, raccontava bene, sapeva coniugare il classico e il leggero.

Carlo Verdone: “Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti”.

Rimane l’eredità di uno stile personale così semplice e pragmatico, fatto di un parlare a pubblici diversi che alla fine diventano tutti lo stesso, fatto di ponti intergenerazionali e di capacità mai rinchiudibili su un solo stesso palcoscenico. Rimane oggi l’impronta del talento trasversale, mai divisivo. Con la raffinatezza esperta di chi non ha mai avuto paura di mischiare e contaminare, se ne va il due novembre, proprio il giorno del suo ottantesimo compleanno. 

Quasi che ancora una volta, l’orchestra attacca e scese le luci, con pochi gesti e quella sua maschera malinconica sé mangiato il palcoscenico. A proposito: che grande doppiatore, anche.

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Nel giorno delle “commemorazione dei defunti” facciamo il punto sull’Industria funeraria.

Industria funeraria, business in crisi ma con sempre più domanda.

Scritto da Andrea De Francisci

Quello dell’l’industria funeraria è un Made in Italy di cui non si parla volentieri, ma in Italia è un settore produttivo a pieno titolo, che dà lavoro a 25mila occupati diretti e ad altrettanti indiretti, alle prese con gli stessi problemi di manifatturiero e servizi, tra minor poter d’acquisto degli italiani, concorrenza low-cost di prodotti del Far East, normative locali disallineate che favoriscono attività irregolari. Ma che ha di fronte anche sfide e opportunità legate a digitalizzazione e nuove mode social e 4.0 in un mercato che non conosce cali di domanda: il numero dei decessi nel nostro Paese è salito a circa 650mila unità l’anno e si parla di un business (spese cimiteriali escluse) di oltre 1,7 miliardi di euro per la filiera produttiva.

Il settore funerario conta 6mila imprese di onoranze funebri, il doppio di quelle censite 15 anni fa, che dà lavoro a 25mila persone e che crea un rilevante indotto tra marmisti, cofanisti, fioristi, ma che sta registrando un calo dei fatturati sia perché le famiglie spendono meno per onorare i defunti, tagliando non tanto i servizi quanto le forniture (cofani e urne low cost), sia perché si va diffondendo sempre più la pratica della cremazione.

Da qui arriva anche l’occasione per fare il punto sui temi caldi per il settore, a partire proprio dalla cremazione, che sta tagliando fette importanti di fatturato per tutto l’indotto (non servono marmi, fiori e neppure bare di design con legni pregiati se basta una piccola urna) e sta mettendo a repentaglio i margini delle agenzie funebri e la sopravvivenza stessa di cimiteri monumentali di grande valore artistico e storico, che non hanno più introiti sufficienti neppure per la manutenzione ordinaria. Cremare un defunto significa tagliare rilevanti spese cimiteriali per la sepoltura (dai 1.500 euro di un loculo in nona fila ai 15mila euro di una tomba di famiglia di pregio, ndr).

Restano i 2.500-3mila euro di spese vive per un funerale medio, un tempo legate soprattutto al prezzo della bara (si va dai mille euro di costo fino a 5mila euro per un Made in Italy di qualità), oggi invece più orientate ai servizi di contorno. Nel 1998 si contavano 600 aziende di cofani in Italia, un’eccellenza manifatturiera che esportava la metà dei volumi. Oggi sono rimasti una cinquantina di imprenditori nel settore, solo dieci di dimensioni industriali, che producono 350mila pezzi l’anno a fronte di quasi 650mila decessi. Ciò significa che si importano centinaia di migliaia di cofani, perlopiù dal Far East, pezzi che costano davvero pochissimo, quasi quanto un paio di scarpe.

Assieme alla cremazione spinto dalla riduzione del age gap delle nuove generazioni, sta sviluppandosi il business delle cerimonie laiche e delle case funerarie (funeral house), inesistenti fino a pochi anni fa, oggi circa 300 attive in Italia, tutte concentrate al Nord. «C’è una domanda in forte crescita di spazi laici per il commiato dove consentire a parenti e conoscenti di stare vicino al defunto prima dell’addio definitivo e c’è richiesta di nuovi servizi di tanatoprassi e imbalsamazione e di pacchetti completi “chiavi in mano”, perché la famiglia colta da un lutto vuole affrontare il trauma, non la burocrazia», conclude il segretario generale di Feniof.

E questo spiega l’istanza di nuovi corsi di formazione professionale che arriva dal settore – altro tema al centro dei tavoli di discussione di Tanexpo 2018 a Bologna – e l’esigenza di far crescere dimensionalmente, anche attraverso consorzi, il comparto delle pompe funebri. Perché al di là del business privato, queste imprese svolgono un importante ruolo sociale, soprattutto in luoghi disagiati o remoti, e per garantire un servizio di qualità occorre condividere i costi di struttura. Inoltre, altro importante fattore da considerare nella filiera è l’utilizzo di nuove tecnologie web e di comunicazione che potrebbero portare nuovi margini per l’industria ed in questo noi di SendGoodbye vogliamo essere in prima linea per sostenere la filiera di valori in modo da offrire alle imprese una nuova fonte di entrate ed al cliente finale un nuovo modo di comunicare e seguire il commiato.

Per maggiori informazioni riguardo la nostra piattaforma SendGoodbye contattateci per organizzare un appuntamento conoscitivo.

Scritto da Andrea De Francisci

Fonte: Il sole 24 ore

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10 consigli su come trovare nuovi clienti con il marketing digitale.

Anche e soprattutto in un periodo di pandemia, una agenzia funebre può aumentare il fatturato. Ora che tutte le famiglie sono costrette a casa si sta scoprendo la necessità di avere i canali online e una strategia di marketing. 

Noi vogliamo darvi qualche consiglio su come affrontare al meglio questa situazione.

Anche un’agenzia di onoranze funebri come qualunque altra impresa può e deve attivare strategie commerciali per essere e rimanere competitiva in questo periodo di crisi dovuto all’aumento della concorrenza, alla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e a cambiamenti socioculturali, anche se nell’immaginario collettivo è considerato un settore esente da crisi.

Situazione attuale della strategia commerciale delle pompe funebri

Dopo un’analisi del settore a livello nazionale emerge che la maggior parte delle agenzie funebri non adotta una vera strategia commerciale ma fa affidamento sul passaparola, sull’anzianità di servizio, sulla presenza sul territorio, pubblicizzando il proprio nome ma senza poter misurare il reale ritorno dell’investimento. Ultimamente si registrano messaggi pubblicitari che puntano sul prezzo basso e sull’ironia.

Puntare sul prezzo basso, conviene?

Se attiro clienti comunicando un prezzo basso, lowcost devo poi mantenere le promesse, ma il costo finale è inevitabilmente più alto per i servizi accessori ( oltre che per tasse e tributi che nessuno considera), per te è ovvio, fai questo mestiere, ma la gente non lo sa.

Purtroppo le persone ricordano il prezzo che hai pubblicizzato, non le esclusioni, e si può ottenere l’effetto contrario, il cliente vuole il prezzo della pubblicità, non ascolta le tue ragioni, si sente preso in giro

Se comunichi il costo totale dopo il servizio avrai difficoltà a gestire la cosa, forse a riscuotere e il cliente non potrà che farti una pessima pubblicità perché di te ricorderà, non l’ottima assistenza e servizio ma il prezzo che non si aspettava

Se il costo totale emerge in fase di trattativa, il cliente, deluso, potrebbe tirarsi indietro e affidarsi al primo concorrente che trova

Puntare su sconti e lowcost può attivare una concorrenza al ribasso che può essere dannosa per le aziende che vedono ridursi le entrate e dannosa per gli utenti che vedono probabilmente, inevitabilmente diminuire la qualità dei servizi

Inoltre coloro che hanno già subito un lutto e sostenuto un prezzo più alto potrebbero pensare per esempio:

  • con quel prezzo così basso chissà come è fatta la bara, chissà dov’è la fregatura, io non voglio rischiare per il mio caro, vado da un altro serio anche se spendo di più però mi sento più sicuro che fa le cose per bene.
  • guarda che prezzi adesso! e io che invece ho pagato tanto di più, e mi sono rivolto sempre a loro, ma allora mi hanno sempre fregato! beh non ci vado più da quelli.

Sei preparato a puntare sull’ironia?

La pubblicità ironica ti fa ridere quando non sei emotivamente coinvolto ma quando la morte ti colpisce da vicino la reazione è diversa. Contribuisce a farsi notare, farsi ricordare ma al momento del bisogno, le cose cambiano, entrano in gioco altre situazioni che incidono nella scelta dell’impresa funebri a cui affidarsi

L’argomento della morte è delicato e scivolare nel cattivo gusto è molto facile, basta un solo errore e i social che fino a quel momento ti hanno premiato poi ti distruggono

Della morte si può ridere, è dei morti che non si ride, non tutti apprezzano l’ironia e non è detto che la scelta dell’ironia sia una strategia vincente per aumentare il proprio fatturato ma soprattutto i propri guadagni.

Come avviene la scelta dell’impresa funebre?

Chi si rivolge ad un’agenzia funebre lo fa perché è costretto e non si può classificare come il cliente tipo che vuole acquistare un prodotto o un servizio.

La fase del processo di scelta può avere diversi percorsi ed è molto particolare ma si può dividere in 2 tipologie:

  1. Persone che hanno un riferimento da contattare in caso di lutto, hanno già avuto esperienza con un’agenzia, oppure l’hanno avuta amici o parenti che li consigliano, oppure hanno in testa un nome e hanno già deciso dentro di sé chi chiamare
  2. Persone che non hanno un riferimento da contattare, non hanno avuto esperienze precedenti dirette con agenzie funebri, si trovano da poco tempo in quella località, vogliono cambiare la precedente agenzia, parenti e amici non ci sono o non intervengono,

In entrambi i casi si può lavorare dal punto di vista del marketing per diventare o restare il punto di riferimento da contattare in caso di lutto.

Come fare quindi per aumentare fatturato e vendite nel settore funebre?

La particolarità e la delicatezza dell’argomento non permettono di attivare chissà quali strategie ma ci sono delle possibilità rispettando la sofferenza e il dolore delle persone, ecco 10 suggerimenti utili:

  1. Promuovi o sponsorizza attività sportive locali, iniziative di sensibilizzazione verso la sicurezza sulle strade, lo stile di vita ecc. la gente lo apprezzerà, superando sarcasmo e superstizione e si ricorderà di te.
  2. Offri nuovi servizi o servizi che nessuno propone o fallo meglio degli altri, pensa ad esempio alle necessità che può incontrare una famiglia dopo il lutto della persona cara, magari un assistente fiscale per la pratica di successione, uno psicologo di sostegno ai parenti del defunto, un esperto di web per occuparsi dell’eredità digitale, degli account social ecc.
  3. Fatti trovare da chi cerca su internet perché non sa chi contattare, oppure ha già in mente un nome ma vuole verificare i prezzi della concorrenza e provare a risparmiare, magari cerca servizi che l’agenzia a cui pensa di affidarsi non ha. (E’ necessario avere un sito web professionale, completo, navigabile, magari con il proprio catalogo prodotti e servizi, ricco di contenuti interessanti, fruibile da mobile e adatto a trasformare le visite in un contatto).
  4. Proponi servizi per riti funebri di animali, cremazioni, sepolture, gli italiani che hanno animali domestici sono milioni e questo mercato è in forte crescita.
  5. La migliore promozione è quella che conosci già cioè il passaparola che deriva dalla customer experience, che non riguarda solo i familiari che si sono rivolti a te ma tutta la platea di partecipanti al funerale che osservandoti durante il rito funebre potrà farsi un’idea della tua professionalità e considerarti come il punto di riferimento da contattare in caso di lutto.
  6. Adeguati ai cambiamenti, sempre più clienti invece di venire in agenzia ora cercano informazioni sul web, oltre a farti trovare devi essere preparato a rispondere velocemente e con un tipo di comunicazione persuasiva diversa da quella che faresti parlando.
  7. Chi chiede informazioni o un preventivo è di sicuro un potenziale cliente, difficilmente si perde tempo su siti funebri, e non necessariamente è alla ricerca di un prezzo più basso.
  8. Dai la giusta importanza ad ogni richiesta, non perdere un cliente solo perché ti contatta attraverso il web, perché lasciarlo ad un tuo concorrente?
  9. Ricorda che il marketing non è una spesa ma un investimento, il web ti viene in aiuto in questo perché a differenza dei soliti investimenti pubblicitari offline qui hai la possibilità di misurare i risultati e capire quale strategia funziona meglio e con quali costi.
  10. l’utlimo suggerimento che ci sentiamo di dare è sperimenta, prova, testa, tenta, correggi, cambia, migliora, rifletti…

Il team di Sendgoodbye con la sua innovativa piattaforma e i suoi servizi di consulenza personalizzata di marketing, può aiutarvi ad affrontare al meglio questo momento dal punto di vista web e marketing!

Per maggiori informazioni riguardo la nostra piattaforma SendGoodbye ed al nostro servizio contattateci per organizzare un appuntamento conoscitivo.

Scritto da Andrea De Francisci

Sendgoodbye marketing manager